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Martedì, 23 Marzo 2021 11:34

V settimana: Fraternità generativa - «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,22)

Il desiderio di ogni persona, soprattutto se credente, è quello di vedere il volto di Dio, di contemplarlo fin da questo mondo. Il brano del vangelo di Giovanni proposto per questa 5 domenica di Quaresima, ci descrive come tale desiderio venga espresso da alcuni Greci che, erano saliti a Gerusalemme per il culto durante la festa: Questi si avvicinarono a Filippo e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».

 

A questi tali, Gesù svela, invece, il motivo per il quale la Croce è la forza che unifica il mondo a sé, gli infonde vita e lo trasforma: "se il chicco di grano non muore, rimane solo; se muore, invece, porta molto frutto". In Lui che muore in Croce si realizza la presenza di Dio nell'umanità: l'Amore infinito che si dona alla libertà di Gesù che lo accoglie: risposta al bisogno e al desiderio di ogni persona e di ogni tempo.

Vedere Gesù significa vedere il Crocifisso e gustare l'Amore: è l'esperienza che egli propone ai suoi discepoli. Chi lo segue, come Lui non si chiude in se stesso, non conserva per sé la sua vita, ma la abbandona, la consegna confidente, continuando a sperimentare la logica feconda della Croce.

Vedere Gesù, seguirLo, condividere la Croce, comporta allora, una scelta radicale, uno strappo da sé, dall'istinto di conservazione, dalle proprie paure, uno svuotamento…significa accettare fino in fondo la propria umanità, senza maschere. Solo con un attimo di radicale abbandono, come Gesù, possiamo sperimentare la gloria di Dio.

 

            Molte parole usate da Papa Francesco, sono un’esortazione a vivere la fraternità nella donazione di sé. … a vivere l’esperienza del chicco di grano: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Star vicino, - dice Papa Francesco - farsi prossimo, guardare al di là, oltre le cose che si vedono, essere introspettivi e lungimiranti, quasi “in un’estasi”, vivere con prontezza la chiamata ad uscire da se stessi «per trovare negli altri un accrescimento di essere» (Ft 88). Quel “perdersi” di cui parla Gesù è la logica del dono. Solo così si genera l’amicizia, quell’alleanza segnata dal Sangue che siamo chiamate a stabilire con tutti.  Non basta condividere una responsabilità, sentirci partecipi di un progetto, dobbiamo vivere da fratelli e sorelle.

 

            Quella di Gesù è stata una fraternità generativa capace di superare ogni confine e ogni forma di individualismo. Sulla croce, «“luogo” definitivo di fondazione della fraternità» (Ft 102), Egli ci mostra pienamente fino a che punto può spingersi l’amore. Lì, Egli muore così come ha sempre vissuto, in mezzo agli altri, nel segno di una fraternità che accoglie e abbraccia le ferite più estreme della vita.

Solo ai piedi della Croce noi impariamo a generare «ciò che non siamo in grado di fare da sole» (Ft 102).

 

Mi chiedo allora:        Quali opportunità di crescita sperimento nella mia fraternità?

Preghiamo:

Ti preghiamo o Padre, Tu,

che hai ascoltato il grido di tuo Figlio,

obbediente fino alla morte di croce,

donaci, nelle prove della vita di partecipare

alla sua passione,

di sperimentare la fecondità del seme

che muore per produrre una messe abbondante.

Amen.

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