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Venerdì, 23 Aprile 2021 14:29

Visita in Tanzania

Sono ormai diverse volte che vado in Tanzania, ma ogni volta è come se fosse la prima. Rimango sempre profondamente colpita dall’accoglienza di un popolo cordiale, aperto, pacifico. Ogni volta riesco ad apprezzare aspetti nuovi che mi fanno sentire non solo a casa, ma mi permettono di riconoscere la ricchezza di una cultura diversa, meravigliosa.
Questa volta, l’esperienza è stata ancora più forte soprattutto perché il contesto mondiale della pandemia mi porta a sentire su di me e dentro di me la sofferenza di una crisi senza precedenti. Tutto quello che si è chiamati a vivere in questo particolare momento storico ha un valore aggiunto.  Sono tanti i sentimenti che fanno da filtro alla realtà che si vive e niente sembra essere più come prima.

Ho vissuto giorni in cui ha cercato di dare spazio all’accoglienza di tutto ciò che riuscivo a captare cercando di vivere profondamente ogni attimo e lasciando che risuonasse in me in novità con tutta la sua ricchezza.  

Quanto sono arrivata a Dar Es Saalam, ho avuto subito la sensazione di essere uscita da un’esperienza surreale. Dopo un anno di distanziamento sociale, di pressioni e paura di contagio, di precauzioni e limitazioni, di numeri e previsioni… di lockdown, di contagi e decessi… mi sono trovata immersa in una realtà con sfide quotidiane della stessa portata e per un attimo il covid-19 mi è sembrato un pensiero lontano.  Mi sono resa conto che coloro che vivono in situazione di povertà non hanno l’opportunità di prendere neppure coscienza di ciò che spesso accade intorno a loro e che l’economia mondiale regge davvero le sorti dell’umanità.

Sono stata accolta dalle consorelle con tanta gioia: questo viaggio è stato un momento molto forte di fraternità in cui, superato quel distanziamento fisico che la pandemia ci ha imposto, siamo riuscite ad esprimere quella vicinanza e quella sororità che ha fatto tanto bene al cuore. Si sono sentite abbracciate e sostenute dall’intera Congregazione, valorizzate attraverso il gesto della vicinanza e incoraggiate a guardare al futuro con speranza nonostante i momenti di incertezza, per essere “artigiane di comunione”. Ho ascoltato esperienze di fedeltà provata dalla sofferenza, di coraggio, di testimonianza serena pur nell’incertezza, di condivisione, di cura e prossimità… di carità e di servizio a costo della vita.

Abbiamo lavorato su processi avviati ascoltandoci vicendevole, in atteggiamento di ricerca e di apertura all’ascolto della voce dello Spirito per il raggiungimento di un’autonomia ormai prossima.

Insieme a un gruppo di uomini e donne responsabili e volenterosi stiamo ultimando la realizzazione di una nuova struttura gestionale e amministrativa per il Villaggio della Speranza. Tanta sinergia e sinodalità che ci sta permettendo di favorire la trasformazione nel rispetto delle diversità e delle unicità. Abbiamo cercato di promuovere la cultura dell’incontro e del dialogo favorendo momenti di condivisione e confronto tra persone con esperienze diverse per ampliare la partecipazione e la corresponsabilità nella consapevolezza che ogni cultura ha il suo patrimonio di unicità e ricchezza. Mai come in questo tempo di pandemia, abbiamo sperimentato che tutto è collegato, tutto è in relazione, tutto è connesso e che è fondamentale davvero la sinergia delle diversità.

Durante la mia permanenza il popolo tanzaniano ha vissuto la morte del presidente John Magufuli, controverso leader populista che in cinque anni e mezzo di governo ha cambiato profondamente il paese grazie al suo impegno per la crescita e lo sviluppo culturale, spirituale, politico ed economico. A parte la controversia sul Covid-19, durante il suo primo mandato ha tagliato gli stipendi del governo (compreso il suo) per aumentare i fondi per gli ospedali e le assegnazioni di farmaci per l'HIV / AIDS. Nel 2015 ha annullato le celebrazioni del Giorno dell'Indipendenza e ha utilizzato i soldi per lanciare un'iniziativa anti-colera. L'assistenza sanitaria è stata una delle massime priorità dell'amministrazione Magufuli, in parte testimoniata dal fatto che l'aspettativa di vita in Tanzania è aumentata ogni anno durante il suo mandato. Ho visto un Paese in crescita: i miglioramenti delle infrastrutture, delle strade e degli aeroporti posizionano la Tanzania per continuare la sua traiettoria di crescita.

Ho partecipato con le suore alle cerimonie di saluto riservate al Presidente: ho visto un’immensità di persone soffrire per la morte del proprio leader, manifestare dolore per la perdita di un “padre”, sentire il forte legame con la propria autorità e un forte senso di appartenenza alla nazione. Sono rimasta molto toccata da questo popolo, custode di valori importanti in questo tempo di grandi incertezza. Un’esperienza molto forte per me.

Ringrazio il Signore per avermi permesso di vivere questa opportunità di servizio, le consorelle per la calda accoglienza che mi hanno riservata e per la loro testimonianza della loro vita.

Fratelli e sorelle di tutti, indipendentemente dalla fede, dalle culture e dalle tradizioni di ciascuno, perché il futuro non è “monocromatico” (FT n. 100) e il mondo è come un poliedro che lascia trasparire la sua bellezza, proprio attraverso le sue diverse facce.

Sr Nadia Coppa, ASC

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